Presentato a Cagliari dall’Assessora Barbara Argiolas il percorso di creazione del Piano Strategico Regionale della Sardegna affidato alla regia di Josep Ejarque, Destination Manager internazionale incaricato per creare «Destinazione Sardegna», così si chiamerà appunto il PST.
Negli ultimi anni sono stati immaginati e redatti vari studi di Piani strategici dagli assessori che si sono avvicendati ma nessuno di questi ha mai visto la luce. In un mondo dinamico e fortemente legato alle nuove tecnologie digitali (in meno di venti anni Booking ad esempio ha cambiato radicalmente e in maniera probabilmente irreversibile il modo di prenotare le vacanze) revisionare l’approccio e renderlo più partecipativo è una modalità sicuramente intelligente e di prospettiva.
Nessun piano strategico è infatti un totem immutabile ma anzi un documento dinamico e continuamente revisionato sulla base dei feedback, delle analisi scientifiche sui flussi di dati e sulle delle tendenze di mercato.
Un momento importante, per la Sardegna perché come dice Ejarque «Se si vuole vincere, non si può aspettare il turista, bisogna andare a cercarselo con un modello da reinventare, altrimenti si finisce per soccombere».
Il PIL apportato dal turismo in Sardegna è di appena il 7 per cento con arrivi certificati negli aeroporti di circa 10 milioni per anno. Sono numeri bassi per la potenzialità della Sardegna con dei margini di crescita importanti. Questo potrà accadere solo se si crea una rete di operatori che propongano offerte diversificate e complete di tutti gli aspetti (dai trasporti fino alle esperienze).
Operativamente Josep Ejarque coordinerà sessanta incontri territoriali (venti per ogni aeroporto Alghero, Cagliari, Olbia) con tematismi incentrati su:
- mercati e internazionalizzazione;
- infrastrutture e mobilità;
- formazione e qualità;
- innovazione e tecnologia;
- risorse naturali e sostenibilità;
- destagionalizzazione e rinnovamento.
Dopo questi incontri l’assessora al turismo Barbara Argiolas è certa della nascita dal basso di quello che sarà in assoluto il nostro primo piano strategico che trasformerà la Sardegna da regione turistica a destinazione turistica.
A questo punto entrerà in gioco il DMO (Destination Management Organization) che si sta strutturando secondo quanto previsto della nuova legge regionale sul turismo: Destinazione Sardegna 2018-2021 è infatti il Piano strategico partecipato per lo sviluppo e la promozione turistica della Sardegna in attuazione all’articolo 5 della legge regionale sul turismo che ha recepito le indicazioni del Piano strategico nazionale 2017-2022 del MIBACT.
Sarà quindi una occasione unica per capire cosa vogliamo essere “da grandi” nel nostro futuro turistico.
Ragionare infatti sul modello di accoglienza, sempre più diffuso e meno concentrato in pochi e sovraffollati luoghi, visti anche i casi di overtourism rilevati nella grandi città e che in alcune località nel periodo estivo di punta mostrano i limiti di un prodotto eccessivamente sfruttato, dalla reddittività e marginalità sempre più bassa e dai feedback spesso scadenti.
Oppure anche sull’organizzazione dei turismi destagionalizzanti, primi fra tutti turismo attivo, eno gastronomia e cultura per creare prodotti organizzati, credibili ed efficienti.
Fondamentale poi l’ analisi dei dati per poter disporre di una verifica immediata delle strategie e poter anche creare strategie di brevissimo periodo cavalcando il mercato delle tendenze. Intimamente collegata c’è la questione dell’accoglienza turistica informativa di primo contatto, servizio per i turisti ma anche raccolta di dati pregiati.
Capitolo importante è la formazione degli operatori a tutti i livelli, dall’accoglienza front office al digitale, dal digital marketing al marketing strategico, dal potenziamento delle scuole delle professioni alberghiere e di ristorazione fino ad ad arrivare alle lingue straniere.
La presenza di una destinazione nel digitale con il portale turistico e con le sue propaggini social è determinante per intercettare il potenziale turista che ormai assiduamente frequenta i social.
Il turista moderno infatti ormai decide la destinazione dei suoi viaggi in base ai racconti della propria rete di conoscenze o da suggestioni nella rete di contatti social.
Una foto, un tweet, un filmato fanno scattare la molla attraverso la quale prenotare un viaggio dalle piattaforme di booking, attraverso le recensioni su tripadvisor, visitando virtualmente i luoghi con Street View, predisponendo itinerari di viaggio e prenotando trasporti e spettacoli ben prima di arrivare a destinazione.
Essere quindi presenti con contenuti adeguati, tempestivi e onesti, declinati in linguaggi adatti secondo i target di riferimento e i media differenti diventa indispensabile per farsi comprendere e apprezzare.
I social poi diventano parte attiva dell’esperienza di viaggio che appare pubblica, immediata, duratura.
Avere un buon prodotto non basta per intercettare il mercato se non si usa un linguaggio adeguato e moderno, se non si parla la stessa lingua dei turisti.
Intercettare i mercati senza sfruttare il digital marketing è molto complicato e soprattutto abbastanza e ingenuamente stupido.
Il mondo è cambiato, la Sardegna non deve cambiare, dobbiamo solo renderla prodotto di qualità organizzato e conosciuto.
“Solo”
In bocca al lupo a tutti noi 🙂